Malattia del Motoneurone: quarant’anni di ricerca appassionata

Intervista al Prof. Vincenzo Silani, direttore dell’Istituto Auxologico Italiano

Sono Vincenzo Silani, professore ordinario di Neurologia all’ Università degli Studi di Milano. Dirigo la Neurologia all’ IRCCS Istituto Auxologico Italiano. Dal 2002 sono Direttore della sede distaccata del Centro Dino Ferrari, una  gemmazione della sede principale per volontà del fondatore, nonché maestro, prof. Guglielmo Scarlato.

Dopo un lungo percorso scientifico in parte in Italia e in parte negli USA, a Houston, uno dei miei interessi principali è stato da sempre focalizzato sulle malattie neurodegenerative e in particolare sulle malattie del motoneurone, di cui la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), malattia dell’adulto, accanto alle Atrofie Spinali dell’ infanzia rappresentano le principali espressioni. Questo interesse, che ormai dura da oltre 40 anni, si è configurato nella crescita di un Centro SLA riconosciuto a livello internazionale, e nella azione sinergica sia con istituzioni europee che nordamericane. Accanto all’interesse per i pazienti, vi è un grande impegno per la ricerca: dirigo infatti un laboratorio di neuroscienze presso l’Istituto Auxologico Italiano che conduce da sempre una ricerca approfondita nel tentativo di definire sia le cause che la terapia di questa temibile patologia.

Quante persone fanno parte del suo team di ricerca e con quali compiti/competenze?

Le persone facenti parte del team che ho l’ onore di dirigere sorpassa le 40 persone, in parte impegnate in clinica ed in parte in laboratorio, con un passaggio continuo di informazioni dal paziente al laboratorio e viceversa (medicina transazionale).

Su quali progetti state lavorando oggi e con quali obiettivi?

Siamo da oltre 10 anni impegnati a definire le basi genetiche delle forme sia familiari che sporadiche di SLA utilizzando le più moderne tecnologie di sequenziamento del DNA. Analogamente, cerchiamo biomarcatori di malattia nel siero e nel liquor, utilizzando la cute dei pazienti per ottenere cellule staminali (IPSCs) su cui testare molecole di interesse terapeutico.

Di cosa ha bisogno oggi la ricerca per evolvere?

Ovviamente di ispirazione, serietà, giovani altamente motivati e rapidi sovvenzionamenti che premino la qualità onde competere con la realtà internazionale. Il Centro Dino Ferrari è stato negli anni dalla fondazione un supporto inestimabile per la ricerca.

 

23/04/2018

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